Bilinguismo
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Bilingui prima dei due anni: il maternese nella seconda lingua

materne e bilinguismo

Bilingui in utero: non è una leggenda metropolitana.

Quando è nato mio figlio Giulio, mi sono girata verso il dottore che lo stava esaminando per accertarmi di aver partorito un bambino e non una scimmia urlatrice. L’anestesista, con sguardo perplesso, mi ha detto “Signora, congratulazioni, ma … auguri!”: a quel punto il dubbio si è trasformato in allarme. Ma appena mi hanno messo vicino quella testina rubizza e grinzosa, ho pronunciato poche parole, “Giulio, non piangere la mamma è qui”, e ho capito che la mia voce era diventata tutto d’un tratto uno strumento magico. Come un pirata attirato dal canto delle sirene, la scimmia ha aperto i suoi profondi occhietti verso di me ed ha smesso di urlare!

Una teoria provata scientificamente

Sicuramente molti di voi hanno già sentito parlare di come il bambino riconosca la voce dei genitori già dagli ultimi mesi di gravidanza, e di conseguenza anche subito dopo la nascita. Ma forse non sapevate che uno studio della University of Kansas ha dimostrato che in utero il bambino riesce anche a distinguere tra due lingue diverse. Questo dimostra che il cervello del bambino nasce predisposto all’apprendimento di più di una lingua. Quindi, per tutti i genitori in attesa, voi che potete veramente usufruire di tutti i vantaggi del bilinguismo in utero, non perdete l’occasione! Se siete una mamma straniera, o se siete italiane e parlate anche un’altra lingua, o se abitate all’estero e volete insegnare fin da subito al vostro pargolo la lingua del paese dove vivrete, potete cominciare già prima del parto. Non occorre parlare da soli come i matti, ma si può leggere ad alta voce, cantare o recitare filastrocche, o anche solo ascoltare musica e canzoni nella seconda lingua (evitate l’hard rock che agita il pupo!). Se è il papà quello che dovrà introdurre la seconda lingua, vale tutto quanto detto sopra, tutto fa brodo!

L’esperienza di più lingue modella l’abilità di elaborare suoni diversi

La capacità di distinguere i suoni di lingue diverse comincia ad attenuarsi già dopo i sei mesi (ovviamente non si esaurisce, comincia solo a declinare). Gli studi che dimostrano come fin dai primi mesi i bambini siano in grado di distinguere i suoni di lingue diverse, sono stati effettuati tramite magneto encefalografia su bambini bilingui e monolingui di 11 mesi. Mentre i primi rispondevano a livello cerebrale a stimoli in entrambe le lingue, i secondi rispondevano solo agli stimoli nell’unica lingua alla quale erano stati esposti. L’esperienza bilingue, secondo questi studi, modifica la discriminazione fonetica tipica della prima lingua, o lingua madre. Il cervello bilingue sviluppa una doppia sensibilità, adattandosi alla maggiore varietà di stimoli linguistici ai quali è sottoposto.

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Il maternese: perché è fondamentale in tutte le lingue del mondo

Viene definito maternese, o parentese quella tipica lingua semplificata che i genitori usano con il bambino nei primi mesi di vita, e che ha una forte componente affettiva ed emotiva. Si tratta di un linguaggio speciale, dotato di una particolare intonazione, suoni più scanditi e semplici, spesso accompagnati da una mimica e da una gestualità un po’ teatrali. Ogni genitore ricorda bene quando utilizzava questo tipo di linguaggio con il proprio bambino. Personalmente il dubbio mi attanaglia ancora oggi: i gemelli sembravano apprezzare, sgambettavano felici e regalavano immensi sorrisi. Ma erano sinceri? O in cuor loro pensavano: “meglio essere accondiscendenti, che mamma e papà sembrano un po’ esauriti!”? In effetti, forse era anche perché non ci facevate dormire da mesi, ma sorvoliamo!

Il maternese stimola l’apprendimento del linguaggio e della seconda lingua

Le ricerche in questo campo sono meravigliose. I bambini esposti a questo tipo di linguaggio hanno performance migliori pressoché in tutti i campi: sorridono prima, sviluppano l’attenzione e la capacità di socializzare. Grazie all’uso della musicalità, dell’intonazione, della semplificazione (che non vuol dire usare parole che non esistono, tipo “tato” al posto di “bambino”), il maternese aiuta e facilita l’apprendimento del linguaggio anche quando si tratta di apprendere due lingue in contemporanea. Vedrete che i bambini saranno molto più attratti dal maternese che da una conversazione elaborata con lo stesso tono che usereste con un adulto. Quindi, anche se vi sentite un po’ ridicoli, usate il maternese, che siate mamme o papà, e usatelo nella seconda lingua, i risultati saranno sorprendenti!

maternese

Per quelli che “è meglio che prima sappia parlare l’italiano”

E se qualcuno in famiglia o in altri contesti dovesse sostenere che prima il bambino deve imparare la prima lingua? Il mio consiglio è di non ascoltarli. Nel blog trovate anche altri articoli che riguardano quali siano i momenti migliori per imparare una seconda lingua, e perché è bene che questo processo cominci il più possibile in contemporanea all’apprendimento della lingua nativa. Fate capire al vostro interlocutore che vi siete informati, che ne sapete più di lui, e soprattutto che la vostra è una scelta ponderata e consapevole. E’ il modo migliore per zittire i ficcanaso.

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Suggerimenti per introdurre una seconda lingua già prima dell’anno

Mi hanno scritto genitori con bambini anche molto piccoli, di pochi mesi, che mi chiedono se sia troppo presto o se possono già cominciare ad introdurre la seconda lingua. La risposta a questo punto la sapete già. Ma potrebbe non essere così semplice immaginare come parlare una seconda lingua ad un bambino che non parla, soprattutto se stiamo usando quella che per noi è una lingua straniera o una seconda lingua, e non la nostra lingua nativa. Almeno così è stato per me: mi sentivo un po’ scema a parlare in inglese ai due monelli che, felici, ridevano sempre: mi giungeva spuntano il dubbio che mi stessero un po’ sfottendo! Quindi ecco tre suggerimenti.

Il momento del cambio pannolino

Pare che questo sia un momento un po’ antipatico, quindi i pediatri suggeriscono di parlare ai bambini, di spiegare cosa sta per succedere (tipo “e lo so che non ti piace, ma adesso ti puliamo il culetto”). Pare che sia tranquillizzante, probabilmente perché il bimbo si distrae dal procedimento ed ascolta chi gli parla. Questo è un momento ideale per parlare una seconda lingua.

Giochi e libri tattili

Sono fantastici per introdurre parole singole, senza bisogno di avventurarsi in discorsi complessi. Per esperienza potete cominciare anche con libretti veri, i più semplici ovviamente. Il bambino non capirà il significato, ma non ha importanza, quel che conta è sentire suoni differenti dalla prima lingua.

Usate canzoncine e ninna nanna

La musicalità della filastrocca aiuta, se come è stato per me, avete bisogno di un aiuto potete trovare un po’ di tutto online. Io ho usato A Child’s Gift of Lullabyes, alcune canzoni le ho imparate, altre gliele ho fatte ascoltare. Se siete madre lingua, rispolverate le canzoncine della vostra infanzia, sono le migliori.

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