Bilinguismo
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Bilinguismo e regola del 30%

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Come aumentare l’esposizione alla seconda lingua

Avete mai sentito parlare della regola del 30%? Per alcuni è uno dei capisaldi del bilinguismo.

Secondo questa teoria, per acquisire una seconda lingua, un bambino ha bisogno di essere esposto alla L2 per almeno il 30% del suo tempo di veglia.

L’esperto che ha dato supporto scientifico alla regola del 30% è Fred Genesee, professore di Psicolinguistica (ebbene sì, esiste anche questa, sapevatelo!), alla McGill University in Montreal. Vi dico la verità: personalmente, vivo questa cosa un po’ come una spada di Damocle. Eppure in molti vi diranno che questa è una condizione imprescindibile per riuscire a crescere un bambino bilingue. Ci sono però esperienze concrete che contraddicono la regola.

Evitare l’ansia da prestazione

Anche solo venire a conoscenza della regola del 30% mi ha messo l’ansia. Per un genitore che lavora full time non è così semplice gestire questa netta suddivisione delle tempistiche. Quando i miei figli hanno cominciato la scuola materna, l’idea di dover in qualche modo controbilanciare tutto il tempo speso parlando italiano con compagni ed insegnanti, è diventata a suo modo pressante.

Ci sono però moltissimi esempi pratici che fanno dubitare del fatto che la regola sia così categorica.

Premesso che il bilinguismo perfetto non esiste, e che ci sarà sempre una lingua 1 e una lingua 2: moltissimi bambini, anche in contesti in cui la lingua 2 ha poche occasioni di essere parlata/ascoltata, sono comunque bilingui.

Dimenticate la regola e puntate sulla qualità

Il Professor Genesee, pur nell’essere fonte delle mie ansie, può comunque venire in aiuto. Il suo studio mi ha dato spunti importanti.

L’esposizione alla seconda lingua deve essere coerente, continua e ricca. In questo modo il bambino imparerà in modo naturale e senza sforzo due o più lingue.

In realtà non si tratta solamente della quantità di tempo che trascorrete con i bambini. Se il tempo a disposizione è limitato, dovrete aumentare la qualità delle interazione. Ecco dunque alcuni trucchi che vi possono aiutare ad aumentare l’esposizione alla seconda lingua utilizzando al meglio il vostro tempo.

Create dei rituali

Io e mio marito ci abbiamo messo un po’ a cambiare la nostra mentalità da coppia senza figli. La nostra vita si divide nel “prima dei gemelli” e il “dopo i gemelli”. Niente più “che si mangia?” detto alle 21.30, viaggi zaino in spalla dove prenotare un hotel equivale ad un insulto, o domeniche passate senza una chiara idea di cosa fare. Abbiamo presto imparato a nostre spese che i bambini hanno bisogno di regolarità, ripetitività e regole coerenti. Seppur questo ci abbia creato più di un mal di testa, un’organizzazione “rituale” del proprio tempo è un grande vantaggio per chi intraprende un’educazione bilingue.

Create dei rituali che siano dedicati esclusivamente alla seconda lingua.

Noi, ad esempio, abbiamo la cena, la fiaba della buona notte, il cinema del venerdì, i lavoretti e i disegni nelle giornate di pioggia. I rituali cambieranno con l’età del bambino. Prima c’era il bagnetto della sera, la ninna nanna, quel momento di apocalisse che chiamare cena è poco calzante, ecc. Insomma, lavorate di fantasia, ma cercate di creare degli ambiti specifici per la seconda lingua.

Supportate l’immagine della seconda lingua

Per evitare il fallimento del vostro progetto bilingue è fondamentale che il bambino si senta speciale, e non diverso o strano, nella sua abilità di capire e parlare più lingue.

Supportate l’immagine del vostro paese d’origine, o del paese dove si parla la seconda lingua se non siete nativi. Usate le storie della tradizione del vostro paese, create un’immaginario, anche magico e fantasioso, relativo alle persone con cui il bambino potrà comunicare grazie alla seconda lingua. Anche qui, lavorate di fantasia e siate dei leoni: non permettete a nessuno, amici, parenti o estranei, di sminuire, deridere o colpevolizzare il bilinguismo di vostro/a figlio/a.

Giocate nella seconda lingua usando le mani

Maria Montessori diceva che “le mani sono l’organo dell’intelligenza“. L’uso delle mani favorisce l’apprendimento e lo sviluppo del linguaggio.

L’80% delle connessioni neurali sono tra la mano e il cervello. 

Insistete sui giochi di manipolazione (pasta modellante, disegno, puzzle, lego, pittura, origami, ecc.) usando la seconda lingua: vi darà un vantaggio competitivo. Entrate nel magnifico mondo dei lavoretti per bambini: in rete troverete risorse a non finire sul tema. Tra tutte vi consiglio il blog Jean the Artful Parent, che a me piace molto quando mi servono nuove idee. Vi assicuro che per gli adulti è quasi un esercizio meditativo e può essere estremamente rilassante. 

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Canta che ti passa

Visto che dobbiamo cercare di ottimizzare tutto il tempo a disposizione, ho escogitato questo sistema per sfruttare il tempo degli spostamenti, in particolare il percorso casa-scuola, ma potete far fruttare anche il tempo per raggiungere le località di villeggiatura o delle gite fuori porta. Probabilmente non potrete fare a meno di sciropparvi canzoncine per bambini che dovrete ascoltare fino alla nausea, vi perseguiteranno anche a lavoro e non riuscirete a togliervele dalla testa per settimane. Tanto vale che siano nella seconda lingua! E poi cantare fa bene alla salute ed aumenta il livello di serotonina: così sarete esauriti … ma felici!

Leggere, leggere e ancora leggere

Su questo blog troverete più di un articolo su quanto sia importante leggere ad alta voce ai bambini fin da piccolissimi. 

Leggere è il modo migliore per ampliare il vocabolario. 

I libri contengono parole speciali, che non vengono comunemente usate nel linguaggio colloquiale,  termini specifici che fanno riferimento anche a concetti astratti. Quindi, se non lo avete già fatto, date un’occhiata ai miei consigli su come introdurre la lettura e far appassionare i bambini ai libri.

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Create interazione con altri nella seconda lingua

Per imparare una lingua la cosa migliore è trovarsi immersi in un ambiente dove, per comunicare, si è costretti a parlare.

Questa è la parte sicuramente più impegnativa. Ecco quindi alcuni consigli per creare momenti in cui usare la seconda lingua con altre persone.

I viaggi nel paese dove si parla la seconda lingua

Se siete nativi e avete parenti e amici nel vostro paese d’origine pianificherete sicuramente viaggi o vacanze che vi riportano a casa. Questi sono sicuramente momenti ideali e in parte scontati per avviare il bilinguismo. Quando non è possibile, per questioni economiche e di tempo usate skype per chiamare amici e parenti: i bambini hanno difficoltà a parlare al telefono, ma l’aiuto dello schermo rende tutto più facile.

Per chi non è nativo, scegliete mete per le vacanze dove sia possibile comunicare nella seconda lingua: oltre a visitare il paese, potete scegliere strutture frequentate prevalentemente da persone di quella nazionalità. L’anno scorso, ad esempio, siamo stati in un campeggio in Umbria frequentato massicciamente da olandesi: mi ha reso fiera che i miei quattrenni si sforzassero a parlare inglese con i ragazzini olandesi. Ma se foste olandesi, ad esempio, avreste potuto evitare un viaggio in Olanda.

Connettetevi con la comunità straniera nella vostra città

Esistono spesso associazioni di connazionali che si ritrovano anche a questo scopo: far frequentare tra loro i bambini in modo che parlino nella seconda lingua. Spesso questi gruppi sono felici di accogliere anche genitori non nativi: un’amica, che sta crescendo la figlia bilingue italiano/russo, frequenta assiduamente e con profitto un gruppo di genitori russi con bambini bilingui al seguito.

Ingaggiate una baby sitter madrelingua

Non è un metodo economico, ma spesso si ha comunque bisogno di una babysitter, tanto vale fare lo sforzo di cercarla madrelingua. Le nostre città sono piene di ragazzi e ragazze in Erasmus che non disdegnano  l’occasione di guadagnare qualche soldo. Questa è la soluzione che hanno trovato degli amici che stanno crescendo tre bambini bilingui italiano/tedesco: una tata di origini tedesche che parla con loro esclusivamente in tedesco.

Cercate centri estivi nella seconda lingua

Anche questa non è una soluzione economica, tutt’altro, ma è di sicura efficacia. Ovviamente per chi come me introduce l’inglese è piuttosto facile trovare offerte di questo tipo, la cosa diventa più complicata per altre lingue, specialmente se non abitate in una grande città. In questo caso vi consiglio di rivolgervi alle scuole di lingua, o, per lingue ancora meno diffuse, di organizzarvi con le comunità straniere di cui vi parlavo sopra.

Spero che questi consigli vi diano degli spunti per aumentare la qualità dell’esposizione alla seconda lingua per i vostri bambini. Per portare a buon fine il vostro progetto di bilinguismo, non improvvisate

La comunicazione nella seconda lingua va pensata ed organizzata al meglio se volete che sia veramente efficace.

La vostra opinione ci interessa: fateci sapere cosa ne pensate e condividete la vostra esperienza

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