Bilinguismo
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Bilinguismo e periodo silenzioso

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Conosciamolo prima di dare di matto!

Il periodo silenzioso è lo spauracchio di ogni genitore che si avventura nel difficile, ma gratificante, percorso del bilinguismo infantile. “Sarà mai in grado di spiccicare una frase nella seconda lingua?”, “Perché il bambino ancora non parla nella seconda lingua? Non capisce, oppure ce l’ha con me?”, “Perché mi risponde sempre e solo nella prima lingua?”. Sono queste le domande che affliggono, comprensibilmente, i genitori, che fremono di impazienza nell’attesa di vedere finalmente i frutti di tanto lavoro. Per placare ansie e paranoie, e per evitare che qualcuno, scoraggiato, sia tentato di abbandonare l’inserimento della seconda lingua in famiglia, ecco tutto quello che dovreste sapere su cos’è il periodo silenzioso e su come affrontarlo.

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Bilinguismo: simultaneo o consecutivo?

Molti pensano che l’acquisizione della seconda lingua avvenga secondo processi particolari di apprendimento. In realtà questo è vero solo in minima parte. Soprattutto se parliamo di bilinguismo precoce (ovvero entro i tre anni), le fasi di acquisizione della prima e della seconda lingua sono sostanzialmente le stesse. Gli studiosi hanno classificato due modalità fondamentali di acquisizione di una seconda lingua:

Bilinguismo simultaneo: quando prima e seconda lingua vengono introdotte contemporaneamente fin dai primi mesi.

Bilinguismo consecutivo: quando la seconda lingua viene introdotta dopo che la prima lingua si è in parte consolidata, solitamente tra i 3 e i 14 anni.

Chi riesce ad intraprendere un percorso di bilinguismo simultaneo, spesso si aspetta che l’apprendimento delle due lingue vada di pari passo. In realtà questo avviene molto raramente. Il problema fondamentale è il tempo di esposizione alla seconda lingua, che, per necessità di cose, difficilmente si divide al 50% con la prima lingua.

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Le fasi di acquisizione del linguaggio

Ecco quali sono, grosso modo, le fasi di acquisizione del linguaggio:

  • Lallazione: da 0 ad 1 anno il bambino sperimenta le sillabe e i loro collegamenti per formare le prime parole (una decina più o meno tra i 10 e i 12 mesi);
  • Vocabolario: da 12 a 18 mesi in questa fase si acquisiscono parole, e una gamma complessa di gesti che indicano la volontà di interazione con l’adulto. Uno dei miei bambini aveva sviluppato una gestualità estremamente eloquente a quell’età: ad esempio dire “pappa” e leccare il piatto vuoto voleva dire “datti una mossa che ho fame”, dire “pappa” e spalmarsi cibo fin su i capelli e dentro le narici voleva dire “cavolo che buona sta cosa, domani bis!”;
  • Combinazione di vocaboli o periodo di prima produzione linguistica: dai 18 mesi ai 2 anni si sperimentano le prime frasi che sono spesso date da più vocaboli accostati senza preposizioni, congiunzioni e articoli, tipo “Luca – cacca!” a te capire se la deve fare o se ha già prodotto!
  • Linguaggio: dai 2 ai 3 anni comincia la fase che si completerà verso i 6 anni, le frasi cominciano ad avere senso compiuto, si introducono i collegamenti tra le parole e si sperimentano le forme grammaticali.

Quando comincia l’esplosione del linguaggio i nostri puponi si esibiscono in frasi complesse e ci snocciolano tutti i bellissimi pensieri che fino a quel momento non sapevano come collegare tra loro. Ma nella seconda lingua: nulla, il vuoto più assoluto. E’ questo che ci fa parlare di periodo silenzioso una fase caratteristica dell’acquisizione della lingua minoritaria.

Il periodo silenzioso: cos’è e quanto dura

Le prime tre fasi sono propedeutiche all’esplosione del linguaggio ovvero all’ultima fase, e fanno parte di una specifica età evolutiva. Se entro i 3 anni il bambino non viene esposto per un tempo equivalente alla prima e alla seconda lingua, tanto da renderlo competente in modo analogo per entrambe le lingue (ed è piuttosto difficile se non impossibile), non si avventurerà in frasi gestuali, o senza preposizioni o congiunzioni nella seconda lingua. Il bambino non parlerà fino a quando non sarà in grado di produrre al livello della lingua maggioritaria. Se il bambino è in grado di dire “Mamma, ho proprio molta fame”, non produrrà una fase del tipo “Mum – food”, semplicemente non parlerà finché non sarà in grado di dire “Mum, I am really very hungry”.

Ricordatevi che un bambino bilingue non sta imparando una lingua straniera. Un adulto è in grado, all’emergenza, di lanciarsi in rocamboleschi discorsi misti di gesti e vocaboli per farsi capire, usando i pochi rudimenti di una lingua straniera a sua disposizione. Un bambino sotto i 6 anni difficilmente si comporterà in questo modo. Il periodo silenzioso è una fase caratteristica proprio dell’acquisizione della seconda lingua, e sta ad indicare quel “gap” tra la competenza tra prima e seconda lingua. Il periodo silenzioso terminerà solamente nel momento in cui, anche nella seconda lingua, il bambino sarà in grado di parlare ad un livello di produzione linguistica avanzata, ovvero frasi compiute e generalmente corrette.

La durata del periodo silenzioso è impossibile da definire.

Saranno moltissimi i fattori in gioco: il tempo di esposizione alla seconda lingua, l’occasione di interagire con altre persone, l’essere o meno immersi anche occasionalmente (per un viaggio ad esempio) in un contesto di uso esclusivo della seconda lingua. Ma se l’esposizione alla seconda lingua è costante fin dai primi anni di vita, per quanto ridotta a poco tempo (anche solo un’ora al giorno, ad esempio), prima o poi il periodo silenzioso finirà, e all’occorrenza i vostri bambini saranno in grado di usare la seconda lingua.

Come capire che il bambino sta imparando anche durante il periodo silenzioso

Ma come si fa ad essere certi che il bambino stia assimilando la seconda lingua se non spiccica una parola? Ecco i segnali rassicuranti che ci hanno dato i nostri figli:

  • i bambini capiscono e sono in grado di agire di conseguenza quando vi rivolgete loro nella seconda lingua: es. “chiudi la finestra”, il bambino fa quello che gli viene richiesto, “portami la mela, non la banana”, il bambino sceglie la mela. La comprensione precede sempre la produzione.
  • I bambini hanno piacere ad essere esposti alla seconda lingua: lo potete verificare con la lettura dei libri e, dopo i due anni, con i cartoni animati. Difficilmente un bambino se ne starebbe fermo e buono ad ascoltare una favola se non ne capisse una parola. Con i cartoni è anche più facile: se vedete i bambini ridere o reagire a quello che vedono, saprete che stanno capendo quello che succede. I miei due cuor di leone, a tre anni, a guardare il cartone animato del Gruffalo pareva che stessero guardando un film dell’orrore: capivano perfettamente che il Gruffalo stava per mangiarsi il topolino!
  • Se sottoposti a canzoncine nella seconda lingua riescono facilmente a ripetere e canticchiare piccoli spezzoni. Avete mai ascoltato quelle cover band che cantano in inglese ed è evidente che non sanno cosa stanno dicendo? Ecco, esattamente il contrario!
  • I bambini sperimentano la seconda lingua se pensano che nessuno li ascolti. In questo caso avere due gemelli agevola questo tipo di produzione spontanea, ma spesso i bambini parlano tra sé anche quando giocano da soli. E’ incredibilmente divertente, e decisamente gratificante, ascoltare come si sentano liberi di sperimentare la seconda lingua (nel nostro caso l’inglese) se pensano che nessuno li stia “valutando”.

Come affrontare con leggerezza il periodo silenzioso

Essere consapevoli di cos’è e come funziona il periodo silenzioso, oltre a sapere che per certo finirà, permette ai genitori di godersi la seconda lingua in famiglia. Scrollatevi di dosso la sensazione di star perdendo tempo senza raggiungere dei risultati. Rilassatevi, prima o poi i vostri bambini saranno in grado di usare anche la seconda lingua. E tenete sempre a mente che essere bilingui non vuol dire parlare due lingue con la stessa esatta competenza. Ci sarà sempre una lingua dominante, solitamente quella del paese in cui si vive, e va bene così.

Non cedete alla tentazione di “interrogare” i vostri bambini per forzare loro la mano e costringerli a parlare prima che siano pronti. Otterrete solo il risultato di togliere spontaneità all’approccio alla seconda lingua. Se leggete un libro o guardate un cartone in italiano, non vi sognereste mai di chiedere “chi é la migliore amica di Peppa Pig?”. Se non resistete, fate come me. Fate finta di non aver capito bene, e chiedete ai bambini di spiegarvi, adoreranno passare dalla parte di quelli che “le sanno tutte”!

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