Non solo i vantaggi scontati
Certo, qui ci eravamo arrivati tutti. “Du lang is megl che uan” potremmo dire parafrasando un vecchissimo spot. Il vantaggio di sapere fin dalla più tenera età una seconda lingua è il più ovvio dei vantaggi di un’educazione bilingue. Ma qualcuno potrebbe obiettare che in questo caso il peso dell’inglese non è lo stesso di un dialetto o di una lingua poco parlata. Ed è vero, da un punto di vista puramente utilitaristico, ma non se si considerano invece i vantaggi cognitivi e linguistici che il bilinguismo porta indipendentemente da quale sia la seconda lingua.
Sotto questo profilo non esistono lingue inutili: i benefici per il cervello sono gli stessi per il francese e l’inglese, per l’urdu e il suomi.
Bambini: una macchina per imparare
Parliamo di bilinguismo solo per le lingue imparate in tenera età. Non è che in seguito non si possano imparare anche molto bene altre lingue, ma il meccanismo non è lo stesso. Mentre per un bambino l’apprendimento della seconda lingua è un processo che avviene spontaneamente, per l’adolescente e l’adulto si tratta di un processo consapevole e filtrato dalla lingua madre. La plasticità del cervello infantile è incredibile: qualsiasi genitore sa che nessuno insegna ad un bambino a parlare, sarebbe impossibile.
Il cervello bilingue assorbe semplicemente la lingua per “esposizione”.
“Puoi correggere, incoraggiare, e congratularti con i tuoi bambini per i successi ottenuti, ma non si raggiunge mai il punto in cui ci siede uno di fronte all’altro e dici al tuo bimbo o alla tua bimba: “Senti, dobbiamo parlare. O più specificatamente, tu devi parlare”. Non funziona così, e il linguaggio è solo uno degli esempi dell’incredibile capacità che hanno i bambini di imparare” (tratto da “Scuola creativa” di Ken Robinson).
Una palestra per il cervello
Ci sono varie teorie e studi su come il bilinguismo modifichi il cervello. Quello che è incontrovertibile è che parlare più lingue fin da piccoli provoca cambiamenti strutturali a livello cerebrale, e che questi cambiamenti sono tutti positivi. Se avete intenzione o se già state portando avanti un’educazione bilingue siatene consapevoli. State intervenendo in modo positivo direttamente sul cervello di vostra figlia o di vostro figlio. Pensate a quanto ci impegniamo a far crescere armoniosamente i nostri bambini (il cibo migliore, lo sport, la vita all’aria aperta). Introducendo una seconda lingua in famiglia, state portando in palestra il cervello dei vostri figli, tutti i giorni, più volte al giorno!
I vantaggi linguistici del bilinguismo
I bilingui capiscono meglio la struttura del linguaggio
I bambini bilingui cominciano presto a “giocare con il linguaggio”, imitare accenti o fare traduzioni impossibili: qualche tempo fa io e mio marito ci siamo arrovellati su cosa fosse la “canna” della CocaCola, per poi capire che per Ettore quella era la traduzione dell’inglese “can” (lattina), d’altronde se funziona per “chocolate” e “cioccolato”, poteva funzionare anche per “can”! Ve ne accorgerete presto, soprattutto se state esponendo ad una seconda lingua più di un bambino, perché tra fratelli si interagisce anche così. Una delle parole che fa letteralmente sbellicare dalle risate i miei gemelli è “spaghettification”: l’hanno sentita in una puntata di Mr. DeMaio che parlava dei buchi neri. Probabilmente questa parola non farebbe ridere un monolingue! Anche il tanto temuto code-switching, ovvero quando i bilingui mischiano le due lingue, non è accidentale, segue regole precise e avviene più spesso quando il bambino sa di parlare con un interlocutore che capisce entrambi i codici: anche questo è un “giocare” con la lingua e la sua struttura.
I bilingui distinguono meglio tra forma e significato
I bambini bilingui possiedono generalmente due parole per lo stesso significato. Questa condizione li facilita nella comprensione della differenza tra forma e significato, che avviene prima rispetto ai bambini monolingui. In sostanza i bilingui si rendono conto prima del rapporto tra i significati e gli oggetti che li rappresentano, nonché tra le parole e la loro rappresentazione scritta. Questo si traduce spesso in una maggiore facilità per i bilingui nell’imparare a leggere, ovvero di interpretare la corrispondenza tra le lettere e i suoni, soprattutto se i bambini parlano due lingue che usano entrambe il sistema alfabetico.
I bambini bilingui imparano più facilmente una terza o quarta lingua
La sensibilità e ricettività rispetto alla struttura delle lingue facilita i bambini bilingui nell’apprendimento di una terza o quarta lingua. Quando ho deciso di introdurre, timidamente, il francese e di proporlo ai miei bambini, pensavo che avrei affrontato un fragoroso rifiuto, o almeno che avrei dovuto combattere un po’. La cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è stato come invece l’abbiano presa come una cosa piuttosto normale. Non solo, i bambini stanno usando sia la loro conoscenza dell’italiano che quella dell’inglese per cogliere e memorizzare i significati delle parole in francese. Hanno inoltre facilità a riprodurre suoni tipicamente francesi che non sono presenti in nessuna delle due lingue che già conoscono.
I vantaggi cognitivi del bilinguismo
Il bilinguismo migliora l’attenzione
Gli studi recenti, a differenza di quello che si pensava, hanno confermato che il cervello è perfettamente in grado di gestire due o più lingue. Ellen Byalstok, una delle autrici di uno studio incentrato proprio su bilinguismo e attenzione sostiene che “fin dai primi stadi dello sviluppo cerebrale, le reti che sono alla base dello sviluppo dell’attenzione, si formano in modo diverso nei bambini esposti a più lingue. E perché è così importante? Perché l’attenzione e alla base di qualsiasi conoscenza”.
Sembra che questo sia dovuto al fatto che il cervello sviluppa la particolare abilità di “spegnere” una delle due lingue quando è necessario parlare nell’altra. Questa capacità non ha nessuna utilità per i monolingui. Questo sforzo selettivo, che ha lo scopo di evitare l’interferenza di una lingua sull’altra, sviluppa e migliora l’attenzione, sopratutto la concentrazione in un contesto con elementi di disturbo.
Aumenta la capacità di essere “multitasking”
Il cervello si modifica non solo per la necessità di “silenziare” una delle due lingue. Anche governare il passaggio da una lingua all’altra, e gestire la lingua non usata, che rimane costantemente attiva, richiede un costante esercizio. Questo continuo esercizio richiede l’intervento, e di conseguenza un maggiore sviluppo, della parte del cervello che sovrintende alle funzioni esecutive e alla capacità di essere “multitasking”, ovvero di svolgere più compiti nello stesso momento. Al momento, per questo specifico vantaggio del bilinguismo, io stessa mi devo affidare alla voce degli esperti. Non vi so dire se questa dote, così poco sviluppata in particolare negli uomini, sia più spiccata nei miei figli rispetto ai coetanei. Attualmente utilizzano il multitasking solo per mangiare. Questa è l’unica attività che svolgono in contemporanea ad una quantità di altre cose: menarsi, giocare, leggere, disegnare, rincorrersi attorno alla tavola ed altre amenità!
Rallenta l’invecchiamento del cervello
A quanto pare, fin dalla più tenera età, il bilinguismo costringe il cervello ad una serie di “esercizi” costanti che ne sviluppano determinate zone. Alcuni studi suggeriscono che questi vantaggi cognitivi si mantengono per tutta la vita, rallentando significativamente l’invecchiamento cerebrale. Nelle persone bilingui si registra un ritardo delle patologie senili come la demenza e l’Alzheimer mediamente di 5 anni. Insomma, da vecchietti i vostri figli saranno decisamente più attivi e reattivi dei loro coetanei monolingui, scusatemi se è poco!