I must have dell’educazione bilingue per i genitori non madrelingua
Progettare un percorso di educazione bilingue è, a prescindere, un impegno che richiede costanza, consapevolezza e dedizione. Farlo da genitori non madrelingua richiede uno scatto in più. Spesso non si sa da dove cominciare. A volte serve indossare un’armatura di gomma per tenere testa a tutti quelli che “ma perché? tu non sei inglese”, o “prima deve imparare bene l’italiano”, o “guarda che così gli crei dei ritardi nel linguaggio”.
Si tende a vedere come naturale che un genitore madrelingua voglia insegnare la propria lingua madre ai figli. Farlo se non si è madrelingua viene ancora guardato con sospetto e perplessità. Ma noi genitori non nativi siamo sempre di più, e sempre più agguerriti. Pertanto eccovi i miei consigli sui 5 must have dell’educazione bilingue per genitori non madrelingua.
Avere una tabella di marcia
Se per un genitore madrelingua può essere spontaneo parlare nella propria lingua madre, a voi, soprattutto all’inizio, serve una tabella di marcia. Vi serve un momento della giornata che, caschi il mondo, sia dedicato alla seconda lingua. Datevi degli obiettivi, soprattutto se non avete cominciato quando il bambino era piccolissimo, ma quando era un po’ più grande.
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Questo vi servirà a creare una routine dedicata alla seconda lingua. Pian piano potete allungare le tempistiche o aggiungere altri momenti: se partite con bagnetto e cambio pannolino, potete poi aggiungere la fiaba della buona notte. Per bimbi più grandi potreste inserire il rituale della sera (dentini, pigiama, ecc.). Insomma non mettete argini alla fantasia: noi per esempio, oltre alla fiaba serale, abbiamo la lettura per fare la cacca, i lavoretti, gli origami, e così via.
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E comunque non siate mai troppo duri con voi stessi: spesso nemmeno per i madrelingua è così spontaneo cambiare lingua, soprattutto se abitano in Italia da molto tempo. Conosco genitori madrelingua che hanno molte difficoltà in questo senso.
Installate l’App di Google Traduttore sul cellulare
Eccovi un’arma segreta. Molti di noi usano la seconda lingua giornalmente per lavoro, ovvero in un contesto dove alcuni vocaboli semplicemente non servono, quindi non abbiamo mai dovuto impararli. Eccovi l’elenco delle parole più interessanti che ho imparato da quando parlo inglese con i miei figli: caccole (boogers), funambolo (tightropewalker), balano di mare (sea barnacle), interiora (gizzard), tricheco (walrus). Come avrei mai potuto fare senza Google Traduttore! Non potete pensare di aspettare il momento in cui i bambini saranno a letto per avere finalmente il tempo di controllare sul dizionario tutte le parole che avreste dovuto dire! Pertanto non esitate oltre: per quanto ampia ed approfondita sia la vostra conoscenza della lingua che volete trasmettere a vostro figlio, il mondo è troppo vasto per “saperle tutte”! E poi “balano di mare” ho dovuto cercarlo anche in italiano!
Una biblioteca nella seconda lingua
Non mi stancherò mai di ripeterlo: i libri sono e saranno il vostro asso nella manica da 0 a 12 anni. Non risparmiate mai sui libri, comprate un gioco in meno e un libro in più. Iscrivetevi ad un gruppo Facebook di compravendita di libri usati in lingua straniera (io sono iscritta a Libri in lingua straniera per bambini compro vendo). Se ne avete in italiano, traduceteli voi stessi nella seconda lingua. Aspettate a dar via o vendere i libri: quelli di quando erano piccoli possono essere le letture dei primi anni della scuola primaria. Per consigli su libri per tutte le età consultate la nostra sezione LIBRI.
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Canzoni, film e cartoni animati in lingua
Createvi un profilo YouTube. Non per postare video dei vostri pargoli, ma per crearvi playlist e per iscrivervi ai canali che più vi interessano. Troverete risorse infinite, canali tematici con centinaia di canzoncine per bambini: da quelle che insegnano le parti del corpo, ai numeri, ai colori, ninne nanne, insomma, lo scibile umano sui motivetti che ti entrano nella testa e non escono più. Ma non solo: cartoni animati, tutorial in lingua su lavoretti di ogni tipo (ottimo per far lavorare il cervello sulle connessioni tra parte visiva e parte linguistica).
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Dai due anni in poi sarà utile avere anche un qualsiasi abbonamento TV a canali satellitari e simili. Non è mia intenzione consigliarvi un’opzione piuttosto di un altra: Sky, Netflix, Prime, non c’è differenza, uno vale l’altro. Assicuratevi che i programmi proposti abbiano l’opzione di scelta della lingua e possibilmente anche dei sottotitoli. Vi permetteranno non solo di vedere programmi in lingua, ma anche di monitorare attentamente i contenuti ai quali esponete i bambini, rigorosamente senza pubblicità.
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Una community di supporto
Questa è sicuramente la cosa più difficile da costruire per i genitori non madrelingua, e anche la cosa che richiede più impegno. Vi assicuro però che, nel momento in cui ci riuscirete, avrete guadagnato nuovi amici, con un arricchimento che non sarà solo per il bambino, ma anche vostro. Pensate fuori dagli schemi. Ci sono tanti modi per trovare una rete di persone che fanno al caso vostro. Iscriversi ad un gruppo facebook (come il nostro gruppo Crescere bambini bilingui): esistono sia per utenti italiani che per utenti stranieri (come Non-Native Language Parenting to raise Bilingual/Multilingual Children). Cercare madrelingua che vivono nella vostra città. Una carissima amica insegna il russo alla sua bimba: anche se lei è italianissima, si è inserita in un gruppo di mamme e papà russi che si trova tutte le domeniche mattina per far parlare e giocare i bambini insieme in russo! Ospitate una au-pair: questo è uno dei metodi migliori e più efficaci. Ho sempre sentito esperienze bellissime, che sono un incredibile arricchimento sia per le famiglie che per la persona ospitata. Non sentirsi soli e isolati in questo percorso è fondamentale.