Bilinguismo
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Bilinguismo: 10 risposte per quelli che “prima deve imparare l’italiano”

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Decidere di crescere un bambino bilingue è un atto di fede, un percorso che richiede impegno e costanza, ricco di enormi soddisfazioni, ma anche, a volte di dubbi e frustrazione. Come se tutto questo non bastasse, spesso l’ambiente sociale nel quale ci troviamo rema decisamente contro. Se in molti paesi e anche in alcune regioni italiane crescere bilingue è percepito come normale ed incentivato, nel resto d’Italia è ancora avvolto da una folta coltre di pregiudizi infondati, soprattutto quando si tratta di genitori non madrelingua.

10 risposte per consolidare le basi del progetto bilingue

Per portare avanti con convinzione il bilinguismo in famiglia è necessario avere basi solide e non farsi scoraggiare dal primo che, il più delle volte senza saperne assolutamente nulla, si permetterà di dire la sua. E badate, non ce ne sarà uno solo, sul vostro cammino ne incontrerete molti. Queste sono, per mia esperienza, le 10 obiezioni più frequenti che vi sentirete rivolgere. Ed ecco le 10 risposte che dovete tenere bene a mente per non permettere a nessuno di mettere in dubbio la vostra decisione di crescere bambini bilingui.

1 Avrà ritardi nel linguaggio

Questa sarà la prima e più frequente delle obiezioni. E’ importante sapere come si acquisisce il linguaggio per far fronte a questa critica. Un ritardo del linguaggio è una condizione che preclude il raggiungimento delle tipiche tappe dello sviluppo comunicativo di un bambino: lallazione, prime parole, combinazioni di parole e intere frasi. Se queste tappe hanno un ritardo significativo o proprio non arrivano, questo <strong>non ha nulla a che fare con l’esposizione contemporanea a più di una lingua</strong>. Non lo dico io, lo dice la logopedia. Pertanto no, il bilinguismo non creerà ritardi nell’acquisizione del linguaggio. Difetti di pronuncia, o il mischiare le lingue non sono ritardi del linguaggio.

Leggi anche:
7 modi per migliorare l’esposizione alla seconda lingua durante l’acquisizione del linguaggio

2 Avrà disturbi dell’apprendimento

Su questa tematica mi sono scontrata con più di una persona, anche sulla pagina Facebook che fa riferimento a questo blog. Purtroppo per la maggior parte si tratta di insegnanti! Lungi dal provocare handicap o disturbi dell’apprendimento, le ultime ricerche identificano nel bilinguismo una risorsa in grado di prevenire e perfino risolvere alcuni comuni disturbi dell’apprendimento come la dislessia. Per sviscerare a fondo la questione date un occhiata all’articolo dedicato nello specifico a bilinguismo e disturbi dell’apprendimento.

Leggi anche:
Disturbi dell’apprendimento e bilinguismo: tra miti e falsità

3 Il bambino farà confusione tra le due lingue

Si chiama code-switching: il bambino, volendo esprimere un concetto in una lingua e non trovando la parola, cerca il corrispondente nell’altra. Lungi dal trattarsi di confusione, si tratta al contrario di un espediente cognitivo estremamente sofisticato, segno di buone competenze comunicative e di conoscenza linguistica. Le neuro scienze hanno dimostrato che i bambini sono in grado di distinguere perfettamente le varie lingue alle quali vengono esposti fin dagli 11 mesi. Tenete conto che il code-switching è un espediente usato anche dagli adulti, anche dai monolingui. Ho appena inserito una parola inglese in un testo tutto italiano: se invece di dire “mescolanza dei codici” ho usato “code-switching” non è certo perché faccio confusione! Per i bambini è la stessa cosa: avendo un vocabolario più ristretto ci ricorrono più spesso, non solo usando parole mutuate dalla seconda lingua, ma anche inventandone di nuove! Chiamiamola pure “consapevolezza linguistica”, non certo confusione!

Leggi anche:
Il code-switching, quando i bilingui mescolano le due lingue

4 Alla fine non imparerà bene nessuna delle due lingue

Questa obiezione è data dal falso mito del bilinguismo bilanciato, che, specialmente nei bambini, è rarissimo. Esiste sempre una prima e una seconda lingua: non temete la prima lingua verrà imparata perfettamente, ai livelli di competenza di un monolingue. Nella seconda lingua le competenze saranno inferiori e il lessico meno ricco, ma pronuncia dei suoni, costruzioni sintattiche e grammaticali saranno ai livelli di un madrelingua anche nella seconda lingua. Pensate, questa non è nemmeno una condizione permanente: se si vive per dei periodi sufficientemente lunghi nel paese dove si parla la seconda lingua, le competenze potranno velocemente invertirsi e prima e seconda lingua si scambieranno i ruoli. Fidatevi, impareranno bene entrambe le lingue.

5 Si sentirà diverso dagli altri bambini

Si stima che circa il 50% della popolazione mondiale sia bilingue o multilingue. In molti paesi del mondo essere bilingui non è solo incentivato, ma è pressoché obbligatorio: pensiamo al Trentino – Sud Tirolo, alla Svizzera, o a tanti paesi africani che hanno l’inglese o il francese come lingue ufficiali accanto ad una pletora di dialetti locali. In un contesto sempre più multi culturale sarà difficile che i vostri bambini non abbiano, dalla materna in poi, almeno un compagno bilingue. Per quanto ci riguarda abbiamo avuto compagni di origine russa, rumena, cingalese, figli di coppie miste che a 3 anni parlavano già più di due lingue. I miei bambini non si sono mai sentiti da meno: al contrario!

6 Ma perché? tu mica sei inglese

Questa sarà un’obiezione frequente per i genitori non nativi: non si tratta neanche di un pregiudizio, non viene nemmeno concepito come possibile. A questa domanda ne segue solitamente un’altra “Ma insegni inglese?”. Quando dico che no, non faccio l’insegnante di mestiere, solitamente al mio interlocutore si alza un sopracciglio. La risposta che vi suggerisco di dare è di semplice buon senso: ho studiato tanto per riuscire a parlare l’inglese, il francese o lo spagnolo così, se anche solo la mia bambina o il mio bambino potranno evitare tutti quegli anni sui libri sarà un gran regalo. Pensa a quanto tempo avranno da dedicare ad altro una volta che la seconda lingua l’avranno imparata, senza sforzo, solamente parlando con me!

7 Ma parlerà con l’accento italiano

Certo, probabilmente parlerà con un accento italiano, e perché mai dovrebbe essere un problema? Che se uno parla con accento siciliano parla meno bene l’italiano di uno che ha l’accento fiorentino? E poi, quale accento dovrebbe avere? British? Scozzese? Americano? Del sud o del nord? Canadese? Irlandese? Vi bastano? Anche questo è un falso problema. Alcune persone sono anche in grado di perdere il proprio accento a favore di altri accenti, molti sono in grado di imitare i vari accenti, altri invece si portano dietro il loro accento a vita, qualsiasi lingua parlino. E poi, non è che studiando una lingua sui banchi di scuola, invece, la si impari con un accento nativo, al contrario!

8 Farà fatica a scuola con l’italiano

E’ possibile. Questo è un terreno minato, ed è anche la causa del naufragio di tanti progetti di bilinguismo precoce. Difficilmente, da genitori non nativi, vi troverete ad affrontare questo problema. I genitori madrelingua invece potrebbero trovarsi di fronte a questa sfida, soprattutto se il genitore che trasmette la lingua minoritaria (ovvero quella diversa dall’italiano) è anche i genitore che passa più tempo insieme alla bambina o al bambino. Se i vostri figli frequenteranno le scuole in Italia, e non volete avere problemi in questo senso, cercate di fare in modo di mantenere lo “sbilanciamento” delle due lingue a favore dell’italiano. Il pericolo, altrimenti, è quello di trovarsi già dalla materna, con solerti insegnanti che vi suggeriscono di non parlare più la vostra lingua al bambino ed abbandonare il vostro progetto di bilinguismo precoce. E’ questo il caso di molte famiglie di genitori immigrati, ma anche di coppie miste. Non vi lasciate intimorire. Come dicevo prima, il rapporto tra prima e seconda lingua non è statico, è sufficiente aumentare l’esposizione all’italiano, senza per questo interrompere l’esposizione alla lingua minoritaria. Vedrete, le risorse linguistiche dei bambini sono incredibili!

9 Avrà tempo per studiare le altre lingue a scuola

Su questo siamo d’accordo, chiunque può imparare una lingua straniera in un qualsiasi momento della propria vita, dai 12 anni in poi. Ma per imparare una seconda lingua il tempo a nostra disposizione è limitato, va dagli 0 ai 12 anni. Non solo, assimilare una seconda lingua è un processo lungo. Se un adulto, con uno studio costante, può imparare una lingua straniera addirittura in mesi di studio adeguatamente assiduo, per acquisire una seconda lingua ci vogliono anni di esposizione costante. Purtroppo, una seconda lingua non si impara con due ore di studio alla settimana, ma con anni di conversazioni con mamma e papà!

10 Se gli leggi solo libri in inglese che ne sarà della bellissima lingua e letteratura italiana?

Questa obiezione me la sono sentita fare più volte. Su Facebook un’insegnante mi ha perfino apostrofato con “Che tristezza! Un bambino italiano che cresce senza Rodari e Calvino”. Ebbene sì, devo confessarvelo, non ho ancora letto “Il Visconte dimezzato” ai miei figli, e anche di Rodari gran poco, preferendogli, per il momento, Leo Lionni. Non solo, se ho per le mani libri di autori italiani, spesso cerco online la traduzione e leggo ai miei figli in inglese pure quelli! Ma vi dirò di peggio: da bambina monolingue, prima della scuola elementare, non avevo nemmeno idea che esistesse la letteratura italiana! Questo per dirvi che, qui sì, avranno tutto il tempo per studiare e apprezzare la lingua italiana in anni di studi scolastici. E se i vostri figli saranno fortunati troveranno degli insegnanti che gli faranno amare la letteratura. Ma questa è un’altra storia, vero? e non centra nulla con il bilinguismo. Appunto!

Leggi anche:
Come creare una biblioteca bilingue o multilingue per i propri bambini

10 risposte per non cedere

Queste sono le 10 risposte che, probabilmente vi toccherà dare più frequentemente. Ma i pregiudizi sul bilinguismo sono molti, e probabilmente non vi basteranno 10 risposte, ve ne serviranno molte di più. Questo per dirvi che dovete essere “granitici” nella consapevolezza dell’enorme regalo che state facendo ai vostri figli. Dovete avere chiari tutti i possibili scenari. Solo in questo modo non vi lascerete scappare l’opportunità di crescere una bambina o un bambino bilingue.

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I pregiudizi sul bilinguismo: demoliamoli uno ad uno

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