Cosa succede quando si affida ad altri l’esposizione alla seconda lingua
Per tutte le famiglie che decidono di portare avanti consapevolmente un’educazione bilingue, rendere costante o aumentare l’esposizione alla seconda lingua è fondamentale. Abbiamo parlato di varie strategie che si possono mettere in atto a tal fine.
In questo articolo voglio parlarvi in particolare della scelta di una tata o semplicemente di una babysitter alla quale affidare, anche temporaneamente, una parte dell’esposizione alla seconda lingua. Vediamo come fare, e quali risultati attendersi.
Appaltare ad un estraneo l’educazione bilingue: ha senso?
Esistono svariati tipi di famiglie bilingui: quelle degli stranieri che vivono in Italia, quelle degli italiani che vivono all’estero, quelle delle coppie miste italiano-straniero. Alla fine ci sono anche le famiglie degli italiani. Sono quelli che si rendono conto di quanto tutto sarebbe stato considerevolmente più semplice se avessero potuto imparare senza sforzo almeno una seconda lingua. Per tutte queste famiglie è importante che i bambini passino un certo lasso di tempo, possibilmente quotidianamente, con persone che gli parlino nella seconda lingua.
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Facciamo un salto indietro nel tempo. Fino all’inizio del ‘900, prima dell’avvento del diritto universale all’istruzione, le lingue straniere non erano materia di studio. Era uso, per i rampolli della nobiltà e della ricca borghesia, avere, fin dalla più tenera età, una serie di istitutori stranieri. Erano loro che si occupavano dell’educazione del pupo, e lo facevano utilizzando la loro lingua madre.
Le case nobiliari europee erano generalmente imparentate tra loro. Per gli eredi era indispensabile masticare più lingue, in caso di un matrimonio combinato che li costringesse a vivere all’estero. Che i bambini, grazie agli istitutori, imparassero più lingue contemporaneamente senza sforzo era cosa generalmente assodata.

Oggi non serve certo essere nobili per trovarsi ad aver bisogno di una babysitter, o per decidere che possa convenire una tata piuttosto che la rata del nido. L’idea di cercare una persona che sia in grado di esporre i bambini ad una seconda lingua è però ancora poco diffusa, ma di sicura efficacia.
Come trovare la persona adatta
Trovare la persona che fa per noi, soprattutto all’inizio, può sembrare un’impresa titanica. A volte lo è, spesso è questione di fortuna, ma altrettanto spesso si tratta di imboccare la strada giusta ed inserirsi in canali appropriati. Quando i bambini sono ancora piccoli, direi entro i 3 anni, questo tipo di scelta può dare dei risultati sorprendenti. Starà a voi, una volta cominciata la scuola dell’infanzia, trovare il modo per non perdere il vantaggio acquisito. Uno dei metodi più semplici per trovare una persona che parli ai vostri figli in una seconda lingua è scegliere di ospitare una ragazza o un ragazzo alla pari. In questo caso è necessario affidarsi a dei professionisti per un matching che soddisfi entrambe le parti. Il sito di incontro tra domanda e offerta più conosciuto è Au Pair World. Qui potrete contattare ragazzi da tutto il mondo che cercano una esperienza, solitamente annuale, in Italia.
Se non avete la possibilità di ospitare un/a au pair, è possibile trovare dei madrelingua che vivono nella vostra città. Alcuni avranno piacere di lavorare per una famiglia che apprezzi e valorizzi la loro cultura di origine. Sotto questo aspetto Facebook è un’ottima risorsa da utilizzare. Gli stranieri in Italia spesso fanno parte di gruppi dove si scambiano informazioni e si danno aiuto in vario modo. Chiedete di entrare. Solitamente anche gli italiani sono i benvenuti: è un ottimo modo per venire a contatto con persone che potenzialmente fanno al caso vostro ed abitano nella vostra zona.
Cosa cercare in un/una tata bilingue

Quali sono le caratteristiche da cercare nella persona che non solo accudirà i vostri figli, ma che lo farà parlando loro in una seconda lingua? Non mi dilungo sulle caratteristiche fondamentali che cerchereste anche in un italiano/a. Per quanto riguarda specificatamente l’esposizione alla seconda lingua mi affiderei ad un madrelingua. Ma ci sono anche molti bilingui che hanno sempre vissuto in Italia con un genitore straniero, che possono fare al caso vostro. Altro requisito fondamentale è che si tratti di un o una chiacchierona. Fino ai 3 anni è importantissimo che gli adulti parlino il più possibile ai e con i bambini per stimolare l’acquisizione del linguaggio. Inoltre deve saper interessare il più possibile i bambini ad attività che coinvolgano contemporaneamente l’aspetto linguistico con un focus congiunto di attenzione. Lavorare con le mani e parlare, leggere nella seconda lingua e fare domande, sono tutte attività che stimolano e amplificano le facoltà linguistiche. Per il secondo e il terzo requisito, potrete essere voi genitori ad indirizzare in questo senso le attività della persona che avrete scelto.
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La nostra esperienza personale
Noi, come ben sapete, facciamo parte della terza categoria di famiglie bilingui: entrambi italiani, ma con uno spiccato interesse per le lingue. Per noi è particolarmente importante trovare modi per esporre i nostri gemelli il più possibile all’inglese. Non abbiamo mai avuto grande fortuna, anche perché nessuno ci ha mai dato dei consigli in questo senso. I nostri bambini capiscono perfettamente l’inglese, anche il linguaggio più complesso di un film di Star Wars o di un romanzo di Roald Dahl. Quello che ci manca è la produzione: tendono a non sforzarsi e mi rispondono in italiano anche quando parlo loro in inglese.
Quest’anno abbiamo avuto però un piccolo colpo di genio. Tramite un gruppo Facebook ho conosciuto un’adorabile ragazza perfettamente trilingue (italiano, inglese e spagnolo), figlia di un italiano, e di una messicana che ha vissuto per gran parte negli USA. Le ho chiesto se le faceva piacere fare da baby sitter per qualche ora ai miei monelli: unica condizione, parlare esclusivamente inglese. L’esperienza è stata straordinaria: non vi dico il gongolamento ad ascoltarli parlare inglese senza nessuno sforzo e divertendosi come matti (io chiusa in una stanza in smart-working). Ecco, abbiamo trovato il nostro canale di esposizione all’inglese: ogni qual volta avremo bisogno di una babysitter sappiamo come unire l’utile al doppiamente utile.
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