E perché è importante saperlo nell’educazione bilingue?
Vi siete mai domandati dove va a finire una lingua una volta imparata? Dove la immagazziniamo e come accediamo a questa conoscenza quando ne abbiamo bisogno? Perché l’uso della lingua che impariamo fin dalla nascita è automatico e quasi inconsapevole? E perché invece, per parlare una lingua straniera, abbiamo bisogno di pensare alle regole, e nulla risulta semplice e spontaneo?
Le neuroscienze sono riuscite a dare una risposta a tutte queste domande. Vediamo dove va a finire la memoria linguistica e come il saperlo può aiutare i genitori che crescono bambini bilingui.
La memoria linguistica
Nello svelare le meraviglie del cervello umano, i neuroscienziati hanno scoperto che esistono vari tipi di memoria linguistica, che conservano diverse funzioni di una lingua, e perfino lingue diverse. Avete sentito parlare di quei rari casi di persone che al risveglio dal coma parlando una lingua straniera? Tra un po’ capirete perché accade.
I due tipi di memoria che ci permettono di conservare e accedere alle nostre conoscenze linguistiche sono la memoria esplicita (o dichiarativa) e la memoria implicita (o non dichiarativa). Considerando che si occupano entrambe delle nostre facoltà linguistiche, funzionano in modo decisamente diverso.
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Memoria implicita e procedurale
E’ forse la memoria più importante per la vita dell’essere umano, ed è la prima a svilupparsi già nel cervello del feto! La memoria implicita è composta da vari sistemi, ma quello che è maggiormente coinvolto nell’acquisizione delle lingue è la memoria procedurale. Questo tipo di memoria ha caratteristiche molto particolari. Per farvi capire in concreto come lavora vi dirò soltanto che è il sistema che ci permette di imparare, ad esempio, ad andare in bicicletta, e a non dimenticarlo mai più! Questa cosa che imparare a parlare una lingua sia come imparare a pedalare mi affascina non poco! La memoria procedurale permette di acquisire conoscenze in modo automatico e inconsapevole, senza prestarci attenzione, semplicemente facendone esperienza. Una volta che abbiamo imparato tramite la memoria procedurale, non siamo in grado di spiegare di preciso come sia potuto accadere. Fino ai 10 mesi la memoria implicita è l’unico tipo di memoria presente nel cervello, e fino ai 6 anni rimane il tipo di memoria più sviluppata e utilizzata.

Memoria esplicita
Quando si dice memoria, pensiamo istintivamente alla memoria esplicita. Qui entra in campo il ragionamento, lo sforzo, la concentrazione e l’attenzione. Una volta che abbiamo acquisito conoscenze tramite questo tipo di memoria siamo in grado di recuperarle e descriverle coscientemente. Non è necessario fare ripetutamente esperienza di queste conoscenze, basta anche una sola esposizione, soprattutto se c’è un coinvolgimento emotivo. Ecco perché impariamo in fretta le cose che ci piacciono e ci appassionano, e perché è più facile, per un bambino di 8 anni, imparare tutti i nomi dei personaggi di Star Wars, piuttosto che i 7 re di Roma. La memoria esplicita comincia a svilupparsi solo dopo i 3 anni. Per questo fatichiamo ad avere ricordi consapevoli prima di quell’età. La memoria esplicita comincia a formarsi attorno ai 6 anni: per questo è consuetudine cominciare la scuola proprio a questa età. Il suo sviluppo non sarà completo fino a oltre la pubertà.
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Diverse lingue e diversa memoria linguistica
Le lingue di cui si fa esperienza prima dei 6-8 anni vengono stoccate nei sistemi della memoria implicita. Sono le lingue che usiamo in modo spontaneo, senza pensare alle regole grammaticali, senza avere troppi dubbi su quale sia o meno la forma corretta. Dato che le caratteristiche fonologiche di queste lingue vengono conservate nella memoria implicita, i bilingue parlano anche la seconda lingua con un’ottima pronuncia, vicina o uguale a quella di un monolingue.
Al contrario, le lingue che impariamo dopo la pubertà e in età adulta vengono stoccate nella memoria esplicita. Sono quelle per cui ragioniamo di regole grammaticali e sintattiche. Per quanto approfondita sia la nostra conoscenza linguistica, abbiamo sempre qualche dubbio. Facciamo errori di pronuncia e usiamo queste lingue in modo meno automatico, proprio a causa del maggiore coinvolgimento della memoria esplicita. La memoria esplicita però, sia per le lingue imparate entro gli 8 anni, che per le lingue imparate in seguito, sarà il cassetto dove raccogliamo la memoria del significato delle parole.
Ora possiamo tornare allo strano caso delle persone con delle lesioni cerebrali che, al loro risveglio dal coma non sono più in grado di parlare la loro lingua madre, ma si esprimono solamente in una lingua straniera. Ora capite il perché: se i circuiti della memoria implicita vengono danneggiati, il cervello ricorre alla lingua conservata nella memoria esplicita! Incredibili meraviglie del cervello umano!!!!
Come usare quello che sappiamo delle memorie linguistiche
In che modo tutto quello che le neuroscienze hanno scoperto sulla memoria linguistica può esserci utile nel crescere bambini bilingui? Ora sappiamo da dove viene e come funziona l’incredibile propensione dei bambini per le lingue. Se la memoria implicita impara in modo inconsapevole e facendo ripetutamente esperienza, sarà importante creare dei contesti dove la seconda lingua entra semplicemente nella vita di ogni giorno. Soprattutto non avremo bisogno di concentrarci tanto sulla memorizzazione dei vocaboli, vostra figlia sarà in grado di imparare nuove parole con la stessa efficienza anche da grande. Ma tenete bene a mente che, da adulta, non le sarà più così facile assimilare la struttura sintattica e morfologica della lingua. Pensate che regalo incredibile: parlare una seconda lingua senza doversi mai preoccupare di verbi irregolari, di regole grammaticali, o di quale preposizione scegliere!
N.B. E’ possibile approfondire il tema della memoria linguistica con “Neuroscienze del bilinguismo – Il farsi e disfarsi delle lingue” di Franco Fabbro e Elisa Cargnelutti.
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