Errori ed educazione bilingue: se credendo di far bene, si fa l’opposto
I genitori che hanno deciso o stanno pensando di parlare con i propri figli più di una lingua sono assillati, a ragione, dall’ansia delle cose che dovranno fare. Per quanto tempo al giorno dovrò parlare la seconda lingua? Dovrà farlo anche in pubblico o solo a casa? Userò il metodo OPOL o il metodo MLAH? La televisione nella prima o nella seconda lingua? E se amici e parenti mi dicono che sbaglio, cosa rispondo? Tutte cose assolutamente essenziali da sapere! Ma se sapere le cose da fare fosse tanto importante quanto conoscere gli errori da evitare? Ecco i 10 errori più comuni nell’educazione bilingue e come evitarli.
Essere scostanti
La costanza è uno dei prerequisiti per il successo di un progetto di educazione bilingue. Partite con motivazione, elaborate un piano, e mettete in conto che per portare dei buoni risultati, il vostro sarà un impegno fino almeno ai 10 anni della vostra bambina o del vostro bambino. Non potete concedervi pause di riflessione o momenti di stanchezza: esporre il bambino alla seconda lingua in modo saltuario non è un’ipotesi percorribile. L’acquisizione linguistica richiede consuetudine e abitudine.
Farsi influenzare dai pregiudizi degli altri
Prima di cominciare, o in corso d’opera, cercate di acquisire un background a sostegno del vostro progetto. Per approfondire le basi scientifiche sul bilinguismo vi consiglio l’ottimo libro del Prof. Franco Fabbro, Neuropedagogia delle lingue, come insegnare le lingue ai bambini. Non permettere a qualsiasi buontempone con poca o nessuna conoscenza dell’argomento di dirvi cosa è meglio per i vostri bambini. Vi accuseranno di provocare ritardi del linguaggio, vi diranno che il bambino non riuscirà ad imparare bene la prima lingua, che farà confusione, solo per citarne alcune. Non perdete tempo con chi comunque non capirebbe. Spiegate le vostre ragioni e portate le prove a supporto per chi invece deve necessariamente capire (ad esempio insegnanti poco aggiornati).
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Convincersi che proprio figlio diventerà automaticamente bilingue
Il cervello bilingue dei bambini è un organo assolutamente meraviglioso, ma sopravvalutarlo è uno degli errori più comuni nell’educazione bilingue. Non basta l’esposizione alla seconda lingua: il bambino potrebbe diventare un bilingue passivo, che capisce la seconda lingua, ma che parla solamente la lingua del paese in cui vive. Per evitare che questo succeda è necessario stimolare il bambino con materiali e attività super interessanti nella seconda lingua. Queste attività cresceranno con il bambino: dai giochi e le attività per i più piccoli, ai libri, fino all’introduzione dei cartoni animati e degli strumenti digitali. Ricordate che il bambino deve sperimentare una lingua viva, fatta di interazioni e dialoghi, per essere in grado un giorno di esprimersi.
Insegnare le regole
Quando vi viene la tentazione di rispolverare il vostro repertorio di conoscenze grammaticali nella seconda lingua mordetevi il labbro. Abbiate sempre come faro il modo in cui voi stessi avete imparato la vostra lingua madre: nessuno vi ha seduti su un banco e vi ha chiesto di imparare la coniugazione del verbo essere! Il vostro atteggiamento deve essere lo stesso per la seconda lingua, anche quando il bambino cresce. Si acquisisce per esposizione e interazione, non si impara studiando. Le forme grammaticali verranno assimilate perché sono quelle che il bambino ascolta ogni giorno, non perché qualcuno gliele ha insegnate!
Correggere quando il bambino sbaglia
A volte trasferiamo sulla seconda lingua ansie e premure che non avremmo con la prima. Gli errori linguistici, che tutti i bambini commettono in tutte le lingue, sono spesso ipercorrettismi, e dovrebbero essere motivo di vanto. I nostri gemelli dicevano “aprito” invece di aperto, e “thinked” invece di thought: avevano capito le regole per coniugare i verbi, dovevano solamente assimilare le eccezioni. Ripetete amorevolmente la forma corretta, e siate fiduciosi: nessun dodicenne dice “aprito”, tempo al tempo!
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Correggere quando il bambino mischia le due lingue
L’idea che il bambino faccia confusione tra le due lingue è uno dei pregiudizi più duri a morire. Fortunatamente è anche uno degli assunti che le neuroscienze hanno demolito. Il cervello bilingue non confonde. Il bambino distingue due codici linguistici diversi già nel grembo materno. Semplicemente sceglie in base all’opportunità. Specialmente nei primi anni di vita capiterà di conoscere alcune parole in una lingua e alcune nell’altra. All’occorrenza viene utilizzata la parola che conosce, indipendentemente dalla lingua!
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Insistere perché il bambino parli nella seconda lingua
Non abbiate fretta! I tempi di produzione nella prima e nella seconda lingua sono molto diversi. Tutto dipende dalla necessità di comunicare. Se il bambino ha contatti nella seconda lingua solo con uno dei genitori, che parla e capisce anche la prima lingua, la necessità di parlare nella seconda lingua sarà meno impellente. Inoltre ogni bambino ha i suoi tempi e il suo carattere, che vanno entrambi rispettati.
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Chiedere al bambino di tradurre
Soprattutto con i bambini piccoli, evitate di chiedere di tradurre da una lingua all’altra. Anche se il bambino distingue perfettamente le due lingue, nella sua testa sono comunque un solo grande sistema comunicativo, da usare per interagire con diversi soggetti e in diverse circostanze. Chiedere il raffronto tra le due lingue, ovvero di tradurre, richiede l’attivazione di capacità di astrazione e ricorso alla memoria esplicita. Questi strumenti cerebrali non saranno pienamente a disposizione del bambino fino a oltre i 10 anni.
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Essere troppo rigidi
Cercate di associare la seconda lingua ad esperienze piacevoli, di gioco, emotivamente stimolanti e confortanti. Il legame della seconda lingua con la vita affettiva è estremamente importante. Se vi comportate in modo troppo rigido, rispetto all’impegno di usare la seconda lingua, rischiate di ottenere l’effetto opposto a quello desiderato.
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Abbandonare l’educazione bilingue
Questo è purtroppo uno degli errori più grandi che si possono fare nell’educazione bilingue. Se mancherete di costanza, se vi farete influenzare negativamente da famigliari o amici rischiate l’abbandono del vostro progetto bilingue. Questa può essere una via senza ritorno. Se l’esposizione alla seconda lingua si interrompe per un lasso di tempo prolungato potreste non essere più in grado di recuperare. Prima di fidarvi di educatori, logopedisti o insegnanti che vi intimano di abbandonare la seconda lingua, anche per eventuali ritardi del linguaggio o disturbi dell’apprendimento, chiedete un secondo parere ad un esperto che abbia anche conoscenze nell’ambito del bilinguismo.
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