Bilinguismo
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Gli svantaggi del bilinguismo e come affrontarli

svantaggi del bilinguismo

Quali sono i problemi dell’educazione bilingue

I vantaggi di crescere bilingui sono moltissimi e indiscutibili. Essere in grado di comunicare con persone provenienti da paesi diversi, la facilità ad imparare altre lingue, per non parlare dei vantaggi cognitivi e del ritardo della degenerazione senile del cervello.

Ma si tratta di un percorso lungo, che richiede molta costanza e presenta difficoltà non trascurabili. Quali sono dunque gli svantaggi del bilinguismo? Esserne consapevoli è il primo passo per affrontarli e superarli.

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Parlare più tardi dei coetanei monolingui

Può succedere che i bambini esposti a due o più lingue comincino a parlare un po’ più tardi dei coetanei monolingue. È soggettivo, nel senso che non succede a tutti i bilingui (ad esempio nei miei gemelli è successo con uno e con l’altro no). Stiamo parlando di ritardi non patologici, e che vengono comunque recuperati in tempo breve. Alcuni bambini non cominciano a parlare fino a quando non hanno raggiunto una sufficiente padronanza della lingua per riuscire ad esprimersi. Considerando che un bilingue deve ottenere questa padronanza in due lingue è lecito che possa volerci un po’ più di tempo, e se le due lingue sono molto diverse tra loro (es. Italiano e Giapponese) questo tempo potrebbe essere un po’ più lungo. Niente di preoccupante, questo è uno degli svantaggi del bilinguismo, ma ne vale comunque la pena!

Gli studi inoltre confermano in modo inequivocabile che i ritardi del linguaggio non sono provocati dal bilinguismo. Il ritardo si sarebbe verificato comunque, indipendentemente dall’esposizione a più lingue. Pertanto se il vostro bambino è un po’ in ritardo nel parlare, non fatevi prendere dal panico, e siate pazienti. Se il ritardo persiste consultate uno specialista esperto in bambini bilingui, che capisca a fondo il vostro contesto linguistico e familiare, in modo che la soluzione proposta non sia tout court di abbandonare il bilinguismo.

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Un vocabolario ridotto

Alcuni autori, prima tra tutti Ellen Bialystok, sostengono che i bambini bilingui abbiano inizialmente un vocabolario più ampio se si sommano le due lingue, ma più ristretto se si considera ciascuna delle due lingue separatamente. Anche questo è un “gap” che solitamente si compensa durante la scuola dell’infanzia e la primaria, dove c’è un consolidamento della lingua usata a scuola, che potrebbe diventare la prima lingua. Quindi potrebbe sembrare che un bilingue abbia un vocabolario limitato rispetto ad un monolingue, ma non è così se si sommano i vocaboli conosciuti e usati nelle due lingue. Questo può però costituire uno svantaggio, perché il bambino inizialmente può avere delle difficoltà a spiegarsi con interlocutori monolingui.

Mischiare le due lingue

Quando si tratta di giudicare i bambini gli adulti sfoderano spesso una insana ipocrisia. Per questo, la meravigliosa abitudine dei bilingui di accostare vocaboli provenienti da entrambe le lingue conosciute viene vissuta con ansia da parte di insegnanti e parenti vari. Tutti sembrano dimenticarsi di quanto noi adulti riempiamo le nostre frasi di termini stranieri, o di quanto ci capita in contesti familiari di alternare felicemente il dialetto all’italiano.

Questo non toglie che, nel percorso scolastico, quasi sicuramente troverete almeno una maestra, ma anche più di una, che vi farà notare che ogni tanto vostra figlia usa parole della seconda lingua. E non sarà un complimento! Fate gentilmente notare che lo facciamo anche noi adulti, più o meno consapevolmente, anche se non è detto che sarete in grado di scardinare il pregiudizio. Poi annotate tutti i meravigliosi miscugli in un album dei ricordi, per continuare a ridere anche a distanza di anni: uno dei miei figli ancora oggi (7 anni) dice “planka” per dire asse, tavola (da plank), “tronco” per dire proboscide (da trunk), o “canna” per dire lattina (da can).

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Il mito del bilingue bilanciato

Mettiamo in chiaro che essere bilingui non significa parlare perfettamente due lingue dall’infanzia in poi. Ci sarà sempre una lingua 1, quella del paese in cui vivete, e una lingua 2, quella trasmessa generalmente da un genitore, o dalla frequenza di una scuola bilingue. Un’amica russa, alla domanda sul motivo per cui non ha insegnato il russo al figlio, un giorno mi ha risposto: “Vivo in Italia da 25 anni, penso in italiano, sogno in italiano. Non mi viene spontaneo parlare russo neanche con i miei genitori”. Ecco, perfino la lingua materna può diventare, in base alle circostanze, la lingua 2. Purtroppo però il mito del bilingue bilanciato è uno degli svantaggi del bilinguismo, e peserà sulle vostre aspettative e su quelle delle persone che vi circondano.

Pertanto fate attenzione, non fatevi influenzare: il livello di competenza nelle due lingue non sarà mai perfettamente uguale (a meno che non viviate alternatamente in due paesi diversi). Non solo, questa competenza è liquida e si modifica nel corso della vita: se vi trasferite nel paese in cui si parla la seconda lingua, nel giro di poco tempo, quella lingua diventerà la prima lingua.

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Parlare è una cosa, leggere e scrivere un’altra

Se la seconda lingua si acquisisce allo stesso modo della prima, in modo implicito, spontaneamente, e apparentemente senza sforzo, acquisire la letto-scrittura in quella lingua è tutto un altro paio di maniche. Diverse corrispondenze lettera – suono, nonché alfabeti diversi, possono creare una serie di problemi non indifferenti. Può anche capitare che un bilingue finisca per non saper leggere e scrivere nella seconda lingua. Qui la palla passa totalmente a voi genitori, e non sempre è facile trovare il tempo, o avere le capacità di insegnare a un bambino a leggere e scrivere in una lingua diversa da quella usata a scuola. Questo non renderà vostro figlio meno bilingue. Se invece decidete che questa per voi è un’abilità fondamentale, non scoraggiatevi e rimboccatevi le mani: tutto è possibile se si è sufficientemente motivati.

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Diventare bilingui passivi

Se l’esposizione alla seconda lingua non prevede anche una sufficiente interazione, o se questa interazione per un qualche motivo si interrompe per molti anni, vostro figlio potrebbe finire per essere un bilingue passivo. Nel concreto è possibile che finisca per capire perfettamente se una persona gli si rivolge nella seconda lingua, ma lui stesso non sarà in grado di parlarla. Purtroppo capita più frequentemente di quel che si pensa. I motivi sono diversi, solitamente hanno a che fare con interferenze nel progetto bilingue.

Se ad un certo punto seguirete il consiglio di qualche insegnante poco informato, che vi consiglierà di smettere di parlare la seconda lingua in famiglia, potrebbe succedere che vostro figlio non sia più in grado di esprimersi nella seconda lingua. Non c’è nulla di irrecuperabile, e una bella vacanza nel paese dove si parla la seconda lingua potrebbe fare la differenza. Ma questo è uno dei più grossi svantaggi del bilinguismo, specialmente se vi trovate in un contesto che osteggia fortemente il vostro progetto bilingue.

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I pregiudizi verso i bambini bilingui

Per buona parte del secolo scorso il bilinguismo è stato considerato deleterio per lo sviluppo, perché si credeva che nel cervello di un bambino ci fosse spazio per una sola lingua. Il bilinguismo, che nei secoli precedenti era appannaggio nobiliare, nel 20esimo secolo è diventato invece caratteristica distintiva delle seconde generazioni di immigrati, famiglie povere, spesso con carenze educative erroneamente attribuite proprio alla padronanza di più di una lingua. Ma la scienza non si ferma, e le neuroscienze ci hanno fornito una prospettiva completamente diversa sul cervello bilingue.

Purtroppo però i pregiudizi sono duri a morire, e anche questo è uno degli svantaggi del bilinguismo. Se chiunque concorderà con l’utilità di conoscere più lingue, saranno molte le persone che riterranno sbagliato o controproducente crescere un bambino bilingue fin dalla nascita. Il mio consiglio è di leggere e studiare l’argomento, in modo da essere in grado di rispondere alle obiezioni di familiari ed educatori poco informati. Ma anche per non farvi influenzare: non rischiate di abbandonare il vostro progetto in base a pregiudizi che non hanno nessun fondamento scientifico.

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Le barriere culturali verso il bilinguismo

I bambini desiderano ardentemente essere accettati ed integrarsi facilmente nel loro ambiente. Spesso però il bilinguismo è visto come strano, e i bambini possono essere molto crudeli nell’escludere coloro che ritengono diverso o che non capiscono. Se si aggiunge poi che il bilinguismo è in parte legato all’immigrazione e all’essere straniero, ai pregiudizi sulla componente linguistica si aggiungono, consapevolmente o meno, i pregiudizi verso ciò che non si conosce, che ci fa paura, che sentiamo come una minaccia. Anche questo è uno degli svantaggi del bilinguismo da tenere in considerazione. Anche in questo caso è necessario essere convinti della bontà del proprio progetto: crescere un bambino bilingue è sempre un vantaggio, ma serve essere consapevoli degli ostacoli per essere in grado di superarli.

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