Quelli che ho fatto nei primi 5 anni di vita dei miei figli e come fare a non ripeterli
Col senno di poi son capaci tutti. Eh certo! Ma perché non avvalersi degli errori degli altri per non ripeterli? Questo non vuol dire che non ne farete degli altri ovviamente, ma almeno saranno i vostri e potrete evitare i miei!
Ho sempre saputo che, se avessi avuto un figlio, avrei voluto crescerlo bilingue. Forte della mia formazione linguistica, dell’insegnamento di grandi professori, di ore passate sui libri e anni passati all’estero, pensavo che meglio di così non avrei potuto fare. E invece non si finisce mai di crescere e di imparare, e quello che ho imparato nei primi anni di vita dei miei bambini mi ha fatto capire quante cose avrebbero potuto essere fatte diversamente. Ecco quindi gli errori nell’educazione bilingue che ho commesso nei primi 5 anni, e gli spunti per fare meglio.
Parlare la seconda lingua ai bambini già nel pancione
Ero partita più che per tempo, perché volevo crescere i miei figli bilingui quando esistevano solo nella mia testa. Ci sono tanti errori nell’educazione bilingue che sono tutto sommato giustificati. Ma partire così motivati, per poi dimenticare i fondamentali, è decisamente da principianti! Ai tempi dell’Università l’acquisizione linguistica in utero era un campo ancora poco conosciuto. Ma a tutte le future mamme non si fa che parlare dell’importanza di far ascoltare musica al nascituro, di come il feto riconosca la voce dei genitori, e si raccomanda anche al papà di parlare alla pancia. Mi sarebbe bastato fermarmi un attimo a pensarci, fare una brevissima ricerca in rete, e trovare quello che mi serviva. Quindi se aspettate uno o più bambini, e se siete consapevoli della grande opportunità di un’educazione bilingue, non fate come me: cominciate a parlare al feto nella seconda lingua ancora prima che venga alla luce.
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Avere un piano preciso
Questo è un motto da applicare a qualsiasi progetto si abbia nella vita, ma nell’educazione bilingue è assolutamente fondamentale, soprattutto per i genitori non madrelingua. Pensavo che sarebbe stato facile, bastava parlare ai bambini in inglese per la maggior parte del tempo possibile, e il gioco era fatto. Invece, navigando a vista, è facile farsi prendere dagli eventi, e trascurare l’esposizione alla seconda lingua.
Quindi ho finito per non sapere bene cosa fare in presenza di altre persone, non ho illustrato chiaramente, e preventivamente, ai familiari la nostra idea di crescere bambini bilingui, con il risultato di permettere indebite interferenze dovute a pregiudizi e ignoranza. Questo è in realtà uno degli errori più comuni nell’educazione bilingue: ebbene non fatelo. Dopo il primo anno passato a rincorrere me stessa, ho capito che mi serviva assolutamente un piano. Averlo vi permetterà di essere costanti, di creare una routine, di proteggervi dai ficcanaso, e tutelarvi da eventuali fallimenti.
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Creare contatti con una lingua autentica parlata da madrelingua
Questo è invece uno degli errori più giustificati nell’educazione bilingue, perche non è per nulla facile, e dipende da molti fattori, spesso indipendenti dalla nostra volontà. Inoltre, se la cosa può essere meno difficile per le lingue più comuni, diventa molto più complicato per lingue più rari o parlare in altri continenti. Ma anche qui, avrei potuto fare decisamente di meglio se mi fossi mossa con più consapevolezza. Non è indispensabile andare spesso all’estero. Finché i bambini sono sufficientemente piccoli da essere socievoli e non troppo selettivi con le amicizie (fino ai 5 anni al massimo), non è difficile inserirli in gruppi di gioco anche occasionali con altri coetanei.
Potete optare per una au-pair madrelingua, o per una scuola bilingue, ma già qui dipende dalle tasche e dalle opportunità che offre il vostro territorio. Oppure utilizzate la tecnologia, con chiamate frequenti ad amici e parenti nel paese in cui si parla la seconda lingua. Mi sono accorta quanto i miei figli avrebbero potuto beneficiare dall’interazione con i coetanei la prima volta che hanno incontrato il loro cuginetto scozzese: sono bastati pochi minuti per entrare in sintonia e cominciare a giocare, e il gioco è uno dei più grandi propulsori dell’acquisizione linguistica.
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Coltivare in parallelo la mia crescita linguistica
Ebbene si sa, quando si diventa genitori si è a volte così concentrati sui figli che ci si dimentica di se stessi. Ma in questo caso c’è bisogno di uno sforzo in più, e non vale solo per i genitori non nativi, ma anche per i madrelingua, che spesso vivono in un paese diverso da quello di origine da decenni. Perché una lingua è come una piantina, e se non la coltivi tutti i giorni avvizzisce. Parlare la seconda lingua con i propri figli è sicuramente un ottimo modo per tenerla viva ed allenata, ma ad un certo punto mi sono resa conto che il mio rapporto personale con l’inglese si riduceva a Super Simple Songs (canale YouTube di canzoncine in inglese per bambini, per chi non lo conoscesse) e We are Going on a Bear Hunt!
Non appiattitevi sulla lingua dei bambini. E’ certo che i genitori non nativi hanno molto da imparare anche da questo: nuovi vocaboli e modi di dire che non fanno parte del lessico di chi, ad esempio, usa la seconda lingua per lavoro. Ma continuate a crescere nella vostra competenza linguistica, guardate la TV nella seconda lingua, leggete libri e giornali per voi stessi, non solo per loro. Portare avanti il vostro progetto di educazione bilingue sarà molto più facile se la seconda lingua diventa parte della vostra vita routine personale, non solo di quella che condividete con i vostri figli. Tutto questo a partire da dopo i 6 mesi, come minimo, che prima non avrete neanche il tempo di andare al bagno!
Scegliere i libri giusti come supporto per la seconda lingua
Non mi stancherò mai di ripeterlo: la letteratura per l’infanzia sarà il vostro pozzo delle meraviglie, un serbatoio inesauribile di risorse linguistiche, un momento privilegiato di esposizione alla lingua, e un rituale che, anche dal punto di vista emotivo, legherà voi e i bambini alla seconda lingua. Ma meglio sarebbe non partire, come me, allo sbaraglio. Per evitare inutili, quanto deludenti giri per librerie, o, peggio ancora, acquisiti improvvidi di libri che non leggerete più di una volta, ecco come procedere. Evitate le grandi catene di librerie generaliste: in lingua straniera hanno poco o nulla, ed orientarsi nella sezione infanzia senza un minimo di esperienza non è facile. Potreste uscirne con una passione per Jeronimo Stilton, senza sapere che è una collana italianissima e quasi introvabile in altre lingue.

Selezionate piuttosto una libreria specializzata in libri per bambini e ragazzi. Prendetevi il pomeriggio di un giorno feriale, fate amicizia con il proprietario e chiedete consiglio. Gli autori inglesi ed americani, soprattutto i classici, sono utili da conoscere anche per le lingue meno comuni, perché spesso sono stati tradotti. Ad esempio, i libri di Julia Donaldson, Oliver Jeffers o Dr Seuss li troverete in tantissime lingue. Altrimenti chiedete espressamente autori francesi o spagnoli o tedeschi.
Quando vi sarete fatti un’idea di cosa può interessarvi, chiedete al vostro libraio di fiducia se è disposto ad ordinarveli in lingua originale. Altro modo di trovare consigli utili: iscrivetevi ad un gruppo Facebook dedicato ai libri per bambini nella vostra lingua target, e chiedete consigli. Purtroppo per l’acquisto di libri in lingua straniera Amazon rimane una delle poche opzioni a disposizione, ma per i libri in inglese vi suggerisco anche Book Depository, che spedisce in tutto il mondo senza spese, e per i libri in francese, invece, è super efficiente Fnac.
Per consigli su libri e autori che non potete non avere consulta la sezione LIBRI
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